2 dicembre 2011

SuperLANCIO e il Raffreddore - s01e03


Che cosa accomuna il gatto con gli stivali e una donna con gli stivali? Ma gli stivali diranno i più, ovviamente senza ombra di dubbio alcuno.



Quella mattina di fine Novembre SuperLancio si destò dal profondo sonno, aprì gli occhi, non vide nessuno intorno. Li richiuse. Li riaprì ma ancora niente. Li richiuse e fece finta di dormire. Poi li spalancò all’improvviso e finalmente vide. Lassù, nell’angolino più remoto della sua stanza, Paolino il ragnetto stava facendo colazione con una zanzara infida e bastarda che voleva pungere il SuperEroe durante la notte.
Seppur minimo, il rumore proveniente dalla fauci del ragnettino lo svegliò. Il suo SuperUdito infatti captava anche il più piccolo rumore nel raggio di decine e decine di migliaia, come se fosse antani.


Paolino, quante volte ti ho detto che non si mangia in camera da letto? lo apostrofò. E poi non vedi che sto dormendo? Lo sai che odio essere svegliato dal rumore delle tue mandibole che masticano.


Mestamente si alzò, si lavò, si vestì, insomma fece né più né meno quello che fanno ogni mattina i SuperEroi di questo tempo: vanno a lavorare!!! E dalle ultime indiscrezioni lo faranno almeno per 42 anni. C'è gente che piange per questo anche solo a parlarne.
Salutò Paolino che, finito di mangiare, si stava divertendo a scivolare sulle lisce pareti in stucco veneziano e si teletrasportò alla stazione dei treni.


Mamma mia ma quanto sono affollati i treni la mattina, pensò. La cosa positiva è che dentro il vagone si starà al calduccio con tutta questa gente pressata. Ormai comincia a fare sempre più freddo la mattina. Quasi quasi rimpiango l'Effetto Serra. Lo disse ironicamente, con un sorriso di autostima, complimentandosi per come lo aveva sconfitto.


Nella ressa più globale totale propria dei treni delle 7 del mattino, salì sul vagone spingendo all'inverosimile per poterci entrare. Cominciò così a pregare telepaticamente il locomotista di pigiare più forte possibile sul pedale dell’acceleratore per arrivare prima.


Seppur fosse l’alba e il guanciale ancora aveva la forma del suo viso, il SuperEroe non era affatto tranquillo.
Gente che tirava su con il naso pezzettoni non indifferenti di residui mucosi, come fosse un’idrovora, gente che starnutiva tappando il naso, cercando di trattenersi e darsi contegno, con conseguente emorragia interna e perdita momentanea dell’udito, soffiature di nasi con fazzoletti di stoffa che ormai, arrivati alla dodicesima snarigiata, uscivano da soli dalla tasca lercia e umidiccia dei pantaloni e si adagiavano sofficemente sul naso del raffreddato, che doveva solo avere cura di soffiarselo su quella porzione piccolissima di stoffa non ancora riempita di muco.

SuperLANCIO non era proprio a suo agio in mezzo a tutti quei germi. Con il suo SuperNaso fiutava l’aria e capì che di lì a breve qualche cosa di grosso sarebbe successo.


E infatti, poco dopo

EEEEEETTTCCIIIUUUUUUU!!!

Uno starnuto di proporzioni enormi, con fuoriuscita di materiale non meglio identificato, fu emesso da un energumeno di 2 metri di altezza e un 150 kilogrammi belli e buoni.
La paura si dipinse sul volto dei presenti. I residui dello starnuto si stavano dirigendo verso una bambina che, malauguratamente e malgrado l’ora troppo mattutina, si trovava sul quel treno che pareva un carro bestiame.


AIUTO SUPERLANCIO, AIUTOOOOO!!!

Fù il coro che si levò su tutto il Seregno-Milano PG.
Senza badare al pericolo ma soprattutto, senza capire perché lo facesse, il SuperEroe diede retta al suo istinto e si diresse, scavalcando la folla presente con manate in pieno viso e testate alla Zidane in pieno petto, verso la maniglia del freno di sicurezza per mettere in salvo la popolazione tutta. Purtroppo non si accorse che lo starnuto stava proprio arrivando da quella direzione. Il destino volle che la sua faccia fece da scudo a quella della bimba.

Un OHHHHHH di liberazione e poi anche un BLEEEEEHHHHHHH di schifo a quella vista si propagarono su tutto il treno ed ognuno dei presenti, scampato il pericolo, tornò repentinamente alle attività interrotte al momento dello starnuto.


SuperLANCIO, ancora con la faccia inumidita, guardò la Bimba.
La Bimba guardò SuperLANCIO e disse.
Grazie SupeLACCIO,
SuperLANCIO bambina la corresse amorevolmente l’Eroe.
La bimba proseguì scocciata,
Ti darei un bacio grande così, ma grande grande sai, per avermi salvato la vita. Però che schifo, ecco. Ciao ciao.

Proprio in quel momento le porte del treno si aprirono e tutti scesero. La voce del salvataggio della bimba da parte del supereroe arrivò alle orecchie della popolazione tutta ancora prima della fermata del treno, tanto che la gente si era radunata sul binario per salutare festosamente l'Eroe. Da quel giorno SuperLancio divenne,
L’EROE CHE CI METTE LA FACCIA.

Dall’altoparlante, l’altoparlantista altoparlò:
Ci hai salvato dal raffreddore. Ancora una volta il mondo è salvo.
GRAZIE SUPERLANCIOOO!!!

Malgrado tutto, sul volto del SuperEroe si dipinse un sorriso a 45 denti ma quel sorriso durò poco. SuperLancio passò tutta la giornata a soffiarsi il naso e starnutire. Lo starnuto lo aveva contagiato. La sera tornò a casa e trovò Batman. In quel periodo non andava tanto d’accordo con Catwoman e per questo si era insediato nello scantinato affittato da SuperLancio, anche se a volte lo faceva stare in casa con lui perchè giù è un pò troppo umido anche per i pipistrelli. Se chiedete a Batman cosa accomuna il gatto con gli stivali e una donna con gli stivali, la sua risposta non sarà Gli stivali, come tanti avranno risposto, ma bensì Gli artigli!!

Ma che faccia pallida che hai, ti senti bene? ,domandò non appena SuperLANCIO rincasò.

ETCIUUUUUU ,fu la risposta, e il pipistrello quella sera non dovette più nemmeno fare la doccia.
 





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