23 maggio 2013

Nel mezzo del cammin...


La strada su cui cammina è colma di lievi, fumose e impolverate impronte. S'immagina di percorrere quella via tra le più famose, Che sia La Strada, si domanda, la retta via che più di qualcuno in passato, senza riferimenti a nomi troppo importanti per essere citati in un semplice racconto, e perchè comunque ognuno, a modo proprio, è anch'esso importante, quella strada si diceva, che più di qualcuno ha smarrito.

Non distingue più le orme che sta seguendo, così si ferma e per la prima volta osserva: rami ruggenti, i più alti ed esposti, appena frastagliati quelli bassi e tozzi. Gonfia d'aria il suo ventre inspirando aria filtrata dalla natura e il corpo ne trae immediato giovamento, s'inebria la testa ossigenando il cuore.
Chiude gli occhi per ricordare.

Un cespuglio si scuote, ne esce un coniglio. Accanto a lui una mela da una parte e una carota dall'altra. Il piccolo animale è pietrificato dalla paura e giace immobile al suo cospetto. Così il viaggiatore gli si avvicina, si china e lo prende tra le mani, distribuendo carezze consolatrici. Non sono un felino, non ho artigli per far male, ma solo polpastrelli per poterti accarezzare. Così ivi si siede e siccome è affamato coglie la mela e l'addenta.
Non è tempo di rilassamento per il Viaggiatore, così tira l'ultimo morso al pomo e si alza, posando il coniglio laddove lo aveva trovato. Prende la carota e la divide equamente tra lui e l'animaletto, pone la sua metà in tasca per emergenze future, poi infine riapre gli occhi.

Si frega in tasca ma è vuota come lo era prima. Lo stomaco reclama.
Arco e freccie non le possiede e nemmeno le vuole, ma polpastrelli per cogliere bacche succose. Lascia la strada battuta di indecifrabili orme e si avventura in cerca di un dono. A chi osa per qualcosa di bello il Creatore riserva un banchetto e infatti poco distante il Viaggiatore trova cespugli in fiore, carichi di preziose gemme selvatiche. Non pensate che siano di quelle gemme tanto care a certe signore, da tenere in bella vista ciondolanti sui loro seni semi scoperti, ma gingilli forse più preziosi, carichi di salute e sostanze nutritive, da mangiarne a volontà. Si sfama a piene mani, senza fare danni al fragile ecosistema. Felice riposa ora sotto ad un albero. Se alzasse un pò lo sguardo capirebbe che è un fico e potrebbe gioire anche dei suoi preziosi frutti, ma il suo stomaco è sazio e più non ne domanda.

Quando si sveglierà, troverà finalmente delle orme fresche da seguire, vive e definite. Forse un sentiero nuovo che conduce chissà dove. Le seguirà oppure lascerà che i suoi passi traccino nuove vie.

Una strada polverosa lascia sempre le orme di coloro che precedono e seguirle vuol dire andare dove vanno tutti. Il viaggiatore ora sa che i frutti migliori sono poco agevoli da prendere. Se ne rallegra e vuole scovarli.