25 maggio 2011

Arte, in ogni sua parte



Tutta casa in stucco veneziano.

Insomma, ma quanto costa? ah, lo fai da solo? ma sei capace? ho sentito dire che chiedono un sacco di soldi i pittori che... gli stucchisti dici? si insomma, gli operai che ti stuccano in maniera veneziana le pareti.

Artisti dici? ah non sono operai?
Ma stucco veneziano nel senso che mentre stuccano tirano giù dei bestemmioni? o che bevono un prosecchino? o spritz? ma ti parlano in dialetto gli stucchisti veneziani?
 


Si insomma, ma se chiedono così tanto è perchè è difficile farlo. Oppure lungo, penso io. Insomma sei proprio sicuro? e che fai se poi il colore ti stufa? ah, lo fai bianco? ma che vuol dire? la bellezza dello stucco veneziano è la sfumatura che si crea tra una spatolata e l'altra. Se lo fai tutto bianco poi non si vede più nulla.

Che vuol dire che per te è bello? si è lucido, è vero, ma è bianco. Esistono molti metodi per replicare l'effetto lucido senza perderci tutto questo tempo, non trovi? ma questo è il modo che hai scelto?
Come dici? non è tempo perso? è arte? adesso viene fuori che pitturare una paret... ok ok stuccare una parete è arte. ma ce la fai? Insomma, ce la fai? ce la fai o hai bisogno di una mano?
 
Ma guarda che ci si mette tanto tempo a farlo. E' anche vero che roma non è stata costruita in un giorno.
E la cappella sistina? neanche quella in un giorno hai ragione.
Per tutte le cose più belle ci vuole tempo. lo credo anche io.

Insomma bianco hai detto. Ma sei proprio sicuro? e un bacio che è la cosa più bella? ci vuole tempo anche per quello? si hai ragione. Se lo aspetti per tutto quel tempo, tutto quel tempo lontano da lei, immaginando il suo sapore e sperando che altre labbra non si posino sopra.

 
Come? che dici? che l'amore e l'arte non abbracciano ciò che è bello, ma ciò che grazie al loro abbraccio diventa bello? ma che vuol dire? ci rinuncio, sfuggi da ogni logica.

E vada per il bianco allora. Chissà che tu abbia ragione e che sia fantastico in quella casetta.

E vada anche per il bacio. Che la sua attesa lo renda ancora più bello.

E dico a Voi, amici miei, ricordatevi di lucidare un pezzo di parete ogni volta che entrate in quella casa.

Sarà come prendersi un pò cura del suo proprietario.



9 maggio 2011

La vita è come un puzzle


Ti dicono che è da 1000 o 3000 o 5000 pezzi mentre in realtà ce ne sono sempre meno. Quindi inizi che ti hanno già fregato.


Cominci dal bordo.
I tasselli del bordo sono la tua famiglia, gli amici, le persone speciali, insomma le tue costanti, quelle persone che definiscono un pò il tuo mondo, lo spazio entro cui ti muoverai, per evitare di cominciare a pisciare fuori dal vaso e a fare cazzate.

Poi si comincia a selezionare i tasselli e provare ad incastrarli l'un con l'altro. Cominci a costruire la tua vita. Ogni pezzo ha il suo posto e se non va vuol dire che non è quello giusto e allora si ricomincia a cercare. Alcuni tasselli si posso perdere, ma se hai culo che hai preso una buona marca di puzzle, te li spediscono in sostituzione.

Ci sono dei pezzi di puzzle più difficili degli altri a costruire, magari poi il risultato di tanta fatica non soddisfa neanche la vista, ma poco male, hai fatto quello che doveva essere fatto.
E quando cerchi quel tassello che non si trova e li provi tutti ma nessuno sembra combaciare, smetti di cercarlo e passa ad altro, non perderci troppo tempo. Quel tassello si troverà da solo quando avrai scremato il resto.
 



Si può guardare il pezzo di un puzzle per tre giorni di seguito credendo di sapere tutto della sua configurazione e del suo colore, senza aver fatto il minimo passo avanti: conta solo la possibilità di collegare quel pezzo ad altri pezzi. (Georges Perec)


Ma quando anche l'ultimo tassello è stato posizionato la figura appare in tutto il suo splendore e magnificenza e solo allora potrai dire: 

La vita è proprio come un puzzle, ognuno ha la sua tecnica, ognuno impiega il suo tempo. Non è importante quanto ci metti per finirlo, l'importante è che non smetti di inseguire il sogno di vederlo realizzato.

5 maggio 2011

L'acino e il contadino

Qual è la differenza tra un bicchiere di acqua e uno di vino?


Un acino d’uva, ecco dove sta la differenza, tutto in un piccolo acino d’uva.




Guarda quella collina figlio mio, che cosa vedi?
Nulla, papà.
Guarda bene figlio e dimmi che cosa vedi.
Ma papà, io non vedo nulla.



Quelle colline nascondevano un segreto, bastava solo avere la pazienza che si manifestasse. Un vigneto ancora da nascere, ecco che celava. Solo dopo parecchi anni il ragazzo capì che cosa avesse visto suo padre quel giorno.

Ai suoi occhi, occhi di tanta gente, non c’era altro che un semplice prato incolto, ma suo padre sapeva quale fantastica meraviglia portasse dentro di se. Nei primi anni il vigneto crebbe, si formò fino ad arrivare a maturazione completa delle vigne.
Abili mani lo avevano accudito per tutto quel tempo, indirizzandolo verso l’alto con pali di supporto, ma lasciato libero di crescere secondo la sua natura.

Ma solo il lavoro continuo sui campi fece capire al ragazzo la vera differenza tra un bicchiere di acqua ed uno di vino.

La cura minuziosa di ogni particolare che il contadino riserva alla sua vite, fin dall’innesto della piantina nel terreno, la lotta che essa fa per crescere cercando di non soffocare in mezzo a quelle erbacce, scansando la legge della natura che vuole che le piante crescano dritte. Non la vite, essa va dove vuole lei e si deve accettarlo o non si riceverà mai il meglio. La cura foglia per foglia, per evitare malattie, foglia per foglia, ogni mattina a controllarla, foglia per foglia a ricoprirla di amore e verde rame. E dopo tutto questo tempo ancora nulla, neanche un acino, ma il contadino persiste, sempre amore e sempre coccole per lei, perché sa che il suo sforzo sarà un giorno ripagato. Sempre a curare, foglia per foglia, cercando di vincere il gelo, la grandine, la pioggia e proteggere la vite dandole solo il meglio. Fino a quando in un giorno di primavera inoltrata, un acino comincia a spuntare dalle sue braccia fragili e piene di foglie.
Passeranno gli anni ma il vino non sarà buono perché la vite ha ancora bisogno di crescere e maturare, fino a che capita un giorno che non ti aspetti, il giorno in cui la tua vite si presenta in tutta la sua straordinaria bellezza e ti concede i suoi frutti. Ma ancora non e’ finita per il contadino perché ora è tempo di vendemmia e lasciare riposare quel vino per altri anni affinché l’elisir si affini e diventi unico, un sapore inconfondibile.
Solo ora capisco la vera differenza.

Non l’acino d’uva, ma l’amore del contadino trasforma l’acqua in vino.


3 maggio 2011

Il Mare in galleria


Sul sedile di una carrozza di un treno superveloce se ne sta seduto un ragazzo.
Guarda fuori il paesaggio che cambia di continuo.

Guarda il mare e il naufragarci del sole.


Ogni qualvolta il treno entra in galleria un colpo d’aria tappa le orecchie a tutti i passeggeri. Automatico un sorriso si dipinge sul volto del ragazzo. I viaggiatori che gli sono più vicini lo guardano attoniti. Pensano a cosa ci possa essere di tanto divertente in un treno che entra in una galleria.
Fastidioso e nulla per cui valga la pena sorridere. Si rattristano invece per il fatto che, all’uscita del tunnel, il sole potrebbe essere già stato inghiottito dal mare. Si perderebbero quel fantastico momento.


Ma se poteste anche voi guardare quel giovane seduto sul sedile di una carrozza di un treno superveloce vi accorgereste che, malgrado guardi fuori dal finestrino, quel ragazzo non può vedere nulla.
Lui è cieco.


I suoi occhi non vedono ma la sua mente compensa la cecità.
Ogni qualvolta il treno entra in galleria tutti i viaggiatori sono assorbiti dall’oscurità.
Il ragazzo cieco si sente finalmente come tutti gli altri e allora sorride perché ha un segreto.

Lui solo continua a vedere il mare anche nell’oscurità della galleria.