19 marzo 2012

Il Simposio di Platone


Avevo un vigneto.

In pratica ero un coltivatore. L'ingegneria nè ha rubato le braccia. Ora le dita connesse digitano infiniti tasti a ripetizione cercando di trovare il numero magico che mi permette di prendere qualche ordine per la mia azienda.

Chi l'avrebbe mai detto che da coltivatore qual'ero sarei finito a fare le offerte in un ufficio al quinto piano di uno degli edifici più imponenti di Sesto?
Io, e ancora non è finita.

Ma le origini segnano nell'intimo il destino di un uomo, ne tracciano un solco talmente grande che, pur avendo fatto così tanti passi, quando ci guardiamo indietro lo vediamo sempre.

Ed ora che sono in possesso di un bagaglio culturale totalmente diverso da quello di un contadino, badate bene, ho detto diverso, non inferiore nè superiore, semplicemente diverso, dopo 31 anni di onorata carriera, mi sono voltato indietro per vedere quanta strada avessi percorso e il mio sguardo si è soffermato su quel solco che ha rappresentato gran parte della mia vita: La vigna!!!

E così ho pensato a come potevo unire quel solco rappresentato dalla mia esistenza, al mio attuale bagaglio culturale. La risposta è stata immediata: Un Caffè Letterario!!!

Piuttosto che un caffè avrei potuto dare vita ad un'enoteca letteraria, ma perchè limitarsi al solo vino?
Ci sono così tante cose da scoprire in questa vita, e io vorrei conoscerne il più possibile: Thè, cibo, tisane, strane essenze. Uniamo il piacere fisico con il nutrimento spirituale.

Un caffè letterario, questo è il risultato di quello che sono.

L'ispirazione primaria mi è stato data da un grande del passato. Non so se avete mai sentito parlare di un certo Platone e del suo simposio (Il Simposio di Platone).
La secondaria dall'insistenza di un amico (Eugenio Gianola).

Per farla breve, la vita è sempre stata bastarda, e lo era anche nell'antica grecia.
Così l'uomo ha sempre cercato di rendere la propria vita più sopportabile assumendo sostanze inebrianti.
Ma se ci hanno sempre insegnato che l'uso di sostanze inebrianti è un pericolo per la società, ora sappiamo che lo è anche il farne a meno.
Quindi il problema si sposta sul "quali sostanze prendere".
Gli antichi greci risolsero questo problema introducendo delle bevande alcoliche in quantità sufficiente per sciogliere i muscoli e le inibizioni, bevande che fanno sorridere.
Con il simposio scoprirono l'usanza che fa emergere il meglio dal vino e in quelli che lo bevono, che rende sicuri di sè anche i timorosi.
Il Simposio invitava Dionisio, Dio del vino, in uno spazio cerimoniale. Gli ospiti, inghirlandati di fiori, stavano semisdraiati su divani. Davanti a loro tavolini bassi ricolmi di cibo. Schiavi di bell'aspetto offrivano una coppa dopo averla tuffata in un cratere dove il vino era allungato con l'acqua, così da ritardare il più possibile il momento dell'ubriacatezza, che tuttavia non viene mai raggiunta.
Modi, gesti e parole erano controllatissimi e ogni ospite aveva a turno l'occasione di parlare, declamare o cantare, così che tutti partecivano alla conversazione.

Lo scopo sostanziale è quello di esaltare le proprietà del vino che, se ben usate, riescono a collocare l'amore e il desiderio a una distanza che permette di discuterne.
Il vino aggiunge qualcosa alla società umana purchè sia usato per ravvivare la conversazione e quest'ultima sia civile ed estesa a tutti.

Questo è il vero nutrimento per l'anima, perchè se sorseggiato al momento giusto, nel posto giusto e con la compagnia giusta, il vino è la via alla meditazione e il nunzio della pace.

E io mi voglio inebriare di vita!!!






[Fonte di ispirazione - Bevo dunque sono di Roger Scruton]


Il lungo viaggio



Era Febbraio del duemilaeundici
tramontava il sole in quel di Roma
ma un'altra alba era vicina, indi presi la bici
e pelai finchè senza più ossigeno entrai in coma

Mi risvegliai in ospedale con una cuffietta in testa
al mio fianco un'infermiera con il camice rosa
"Ecco si è svegliato, diamo il via alla festa"
disse entusiasta mentre domandavo per cosa

 Vino spumeggiante scorreva fiumeggiante
e me ne mettevano un poco in vena
"sicura faccia bene?" avanzai titubante
"ma che dici, bevi, zitto, scorda svelto la tua pena"

Guarii quella stessa notte
e mi fecero uscire dal matto ospedale
ma appena fuori mi riempiron di botte
abituato com'ero, non sentii alcun male

Decisi di cambiare la mia vita in meglio
concentrandomi sul bello che circonda ogni cosa
così avanzai deciso per la lunghezza di un miglio
rincontrando l'infermiera col camice rosa

 Voleva curarmi con un'altra iniezione
solo perchè credeva fossi matto
così le feci un bel pernacchione
e fuggii felice in un nulla di fatto

Camminai ancora facendo sbadigli
incontrando gente che vendeva ogni cura
ognuno sibillava con tanto di sonagli
cercando solamente di metter paura

Ma io solitario mi rimisi in cammino
guardando le stelle con gli occhi lucenti
capii soddisfatto il mio ambizioso destino
andare nel mondo a liberare le menti

Intraprendo volenteroso questo nuovo percorso
cosa mi riserba non mi è dato saperlo
forse un pizzicotto oppure un bel morso
 so solo che aspetto con ansia di vederlo

Così accendo un fiammifero nel buio della notte
scruto il tuo viso i tuoi occhi e la tua bocca
mi aspetto che arrivi un turbine di botte
invece è la tua mano che dolce mi tocca

Mi sussurri all'orecchio, "finalmente ti ho trovato,
ti ho cercato tanto, oh mio diletto,
 perchè ora mi guardi così innamorato
non perdiamo altro tempo su, portami a letto"

 Non esistono più le principesse di una volta
per ciò mi invento principe sempre diverso
tu sei così bella simpatica e perfino colta
e nel tuo amore con amore mi riverso








12 marzo 2012

Anello al dito per Ila&Gito



DEDICA IN RIMA PER DUE AMICI PRONTI AL GRANDE PASSO!!!





Nel mezzo del cammin di vostra vita
mi affacciai al balcone de la mia tenuta
e mi chiamò da sotto una stordita

“Arrivo da lontano e fin qui sono venuta
per istruirti sul matrimonio e definir la sua natura
prima che arrivi una che addosso ti sputa.

Che non sia acerba né troppo matura
non grilli per la testa né fidanzati appresso
e bada mi raccomando che la sua anima sia pura”

“Io non ho afferrato, eppur non sono fesso
ti prego sali un attimo e spiegami con calma
che dopo il lungo viaggio dovrai pur andare al cesso”

Salì così ella, lenta da sembrare salma
"Ho la gola secca", disse, "dammi un po’ da bere"
e in un bicchier di vetro versai del cocco di palma.

"Ora che hai bevuto ti prego, oltre non tacere
per filo e per segno racconta quel che devi dire
ma bada bene che le cose che dici siano vere”

“Io sono una fachira e altro non puoi capire
ma per spiegare meglio prendo a esempio Ila e Gito
in modo che tu colga chi a te si può addire.

Osserva fino in fondo quel ragazzo molto ardito
scrutandolo per bene noterai una grande stazza
questo, in fondo, è il motivo per cui diverrà marito

non fraintenderne il senso, che l’ilaria non è pazza,
intendo dire grande ma a livello figurato
ed è così grosso da che era sua ragazza

Grande grosso e resta fermo, non gira brusco al suo lato
un punto di riferimento per la sua futura moglie
e stà lì al suo fianco anche quando è ammalato

questo è il gran segreto, non cadere come foglie
trasportate quà e di là assecondando l’infido vento
ma restando fermi e saldi, rinunciando anche alle voglie

E la dolce ilaria porta alto il proprio mento
fiera ed orgogliosa, gli occhi del color del mare
sono fatti l’un per l’altra, dico forte e me lo sento.

Ma alla fine nessun consiglio realmente ti posso dare
per capir quale donna a te potrà andar bene
perché l’unico segreto è che vi vogliate amare!!!"





Ila&Gito il sito del loro matrimonio!!!