30 dicembre 2011

SuperLANCIO e l'Acquedotto - s01e08



Il pipistrello si era ripreso.
Lunghe passeggiate contemplative delle meraviglie della città alternate a sporadici momenti di relax seduto su di una panchina in piazza a dar da mangiare a dei piccoli ed indifesi volatili occupavano gran parte della sua giornata.















 






Li aiuto solo a combattere il freddo di questi giorni, ribadiva sempre a quella vecchietta che lo accusava che, così facendo, avrebbe attirato tutti i pipistrelli del circondario e, non avendo sementi a sufficienza per sfamarli tutti, avrebbero cominciato con il succhiare il sangue a tutti gli umani.
Me per prima!
Signora non si preoccupi che il suo, di sangue, non lo tocca nessuno. E' troppo acido perfino per loro!!!

 

Ti te si propr un terun, rispondeva ogni volta amorevolmente la vecchiettina.



Così BatMan era tornato l'eroe noto a tutti, sempre pronto ad offrire il suo aiuto per qualsiasi necessità









Qualsiasi lavoro per lui andava bene, purchè fosse di qualche utilità per la popolazione.


















Insomma, Bat is Back




















E mentre Le Bat si occupava di faccende, per così dire, secondarie, seppur molto importanti, un pericolo ben peggiore si abbatté sulla città di Lison: La stitichezza.

Questa, chiamiamola così, malattia del corpo, perché in fondo di questo si tratta, aveva approfittato delle abbuffate di quei giorni di festa per colpire la popolazione tutta e poter così conquistare il mondo. Immaginate se ciò accadesse, un mondo dove nessuno riesce più ad evacuare. Che mondo di merda sarebbe, e scusate l'espressione colorita.

Insomma, la malattia aveva ormai colpito l’intera città. Ovunque si assistevano a scene da far accapponare la pelle: uomini goffi che non riuscivano più a camminare causa i dolori lancinanti che avevano allo stomaco, bambini che andavano in giro senza pannolino che tanto non gli serviva più a nulla, cani accucciati sui prati sforzandosi di debellare la malattia ma, nulla, non succedeva più nulla.

La gente era così allo stremo delle forze, le mosche non sapevano più dove posarsi, e gli stercorari, non avendo più materiale con cui fare palline, andavano per i campi distruggendo ogni cosa che si interponesse sul loro cammino, peggio di quella biblica invasione delle cavallette che mise in ginocchio la più potente civiltà dell'epoca.

A tutto questo SuperLancio cercò di porvi rimedio, ma la stitichezza, letteralmente, non mollava. Come al suo solito si prese quei 5 minuti per pensare ed inquadrare il nemico, per scoprirne tutti i punti deboli. Si rintanò così in seduta nel suo ufficio. Ma anche lui non riusciva più ad evacuare e, di conseguenza, neanche a pensare.
E' più astuto di quanto immaginassi, disse tra se e se a voce alta.

Anche lui infatti aveva banchettato per giorni in segno di festa. Quei 5 minuti divennero prima 10, poi 15 e infine non si contavano più. Ma la forza di un SuperEroe sta proprio nel non mollare mai, e infatti proprio non mollava lui, neanche dopo ore ed ore di seduta.

Quindi si alzò e si lavò abbondantemente le mani, come suo solito,
con il supersapone regalatogli da WonderWomen, anche se questa volta inutilmente che non se le era neanche sporcate. Era un sapone particolare che lasciava la pelle morbida e vellutata tanto che poi lo chiamavano “SuperLancio mani di velluto” e uno poteva anche andare in giro e tastare e ravanare e rubare che nessuno se ne sarebbe accorto. Non doveva chiaramente finire nelle mani sbagliate, altrimenti il mondo sarebbe stato in forte pericolo.

Ho tanta sete, berrò un goccetto di acqua,

Aprì il frigo ed era vuoto, cercò in dispensa ma nulla, si era dimenticato di comprare l’acqua. Così vinse la repulsione iniziale e si versò un po’ di acqua del rubinetto. Non appena una goccia di quell’acqua gli bagnò le labbra, un crampo addominale si impadronò di lui. Fece appena in tempo a tornare nel suo ufficio che una scarica pazzesca di energia venne indirizzata contro la stitichezza annientandola.
Ho sconfitto la stitichezza, devo aiutare i miei concittadini.

Si pulì a questo punto ben bene tutte le manine, che sta volta aveva motivo per farlo, e corse in piazza dove tutta la gente si era radunata nella speranza che il superEroe li aiutasse. Non appena lo videro e usmarono la scia che si portava dietro, che non era il solito aroma che attanagliava la città ormai da giorni ma un profumo di rosa canica selvatica, subito intuirono che la stitichezza era stata vinta.

Dicci come hai fatto, implorarono molti.

Per la vostra salvezza, prese a dire SuperLancio, dovete tornare nelle vostre case e bere un sorso dell’acqua che esce dai vostri rubinetti. Solo così potrete guarire.

OHHHHHHHHHH!!!

Un coro si levò dalla piazza. Tornarono ognuno nelle proprie case e bevvero.

Non tutti assieme però, uno alla volta, che il cesso è uno solo, gridò ancora SuperLancio, ma i molti ormai erano già andati a casa a bere, e così si trovarono, i più fortunati a chiudersi in bagno, mentre agli altri toccò chi la pattumiera, chi i vasi di gerani adagiati sul balcone e chi addirittura i sacchetti del pane.

Ma non importa dove, purchè si faccia, che tutto poi si pulisce.

Ancora una volta il mondo era salvo.
Il potere magico dell’acqua della città, l’acqua che fa cagare, è ora gelosamente custodito dai suoi abitanti.

Mentre tutto stava ormai tornando alla normalità, un vecchiettino si avvicinò a SuperLancio che ancora stava seduto in piazza, e con gli occhi spalancati disse.



Guarda che io non ho mai sofferto di stitichezza. E sai perché? Perché io ho fatto la guerra e saltavo i fossi per la lunga. Hai capito te? Che ti credi un Supereroe solo perché fai cagare la gente. Un terun te si, solo un terun. Del nord, ma pur sempre un terun.




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