23 febbraio 2012

Hot Summer



Io sto già pensando al mare, e voi?


La tecnologia fa passi da gigante e arriverà il tempo in cui  esisterà il teletrasporto. La sera potremmo decidere, se non abbiamo voglia di cucinare, di scendere sotto casa a prendere una pizza oppure inserire le coordinate di Marrakech e andare a mangiarci il più buono kebab di tutti i tempi. Potremmo scegliere se andare in palestra e correre al tapis-roulant oppure catapultarci a New York e farci una corsettina al Central Park con Joy, Rachel e tutti i friends che ormai saranno in giro con il bastone.

O meglio ancora, perchè muoverci noi? Questi scienziati tuttofare inventeranno sicuramente una stanza che verrà costruita in ogni appartamento, materializzando istantaneamente ogni ambientazione  che visualizzeremo nella nostra mente. Riprodurranno i profumi dei campi di thè dell'india, i venti olandesi, il tramonto di Oia e, perchè no, anche cose che ancora non esistono, se ben immaginate.


Io per esempio, ora come ora, mi teletrasporterei a Bora Bora per poter nuotare con lo squalo martello. Chissà come mai mi è rimasta questa cosa dello squalo martello. Colpa di mio padre e delle sue storie sul simpatico animale che mi raccontava quando ancora avevo i boccoli d'oro, per farmi addormentare.


Sono sicuro che la tecnologia arriverà a questi livelli, ma fino al giorno in cui questo non avverrà, se volete farvi un bel viaggettino, chiudete gli occhi e aprite le orecchie.

MUSICA APPPAAALLAAAAA

e fate tremare le pareti di camera vostra






GIOVANNI BOMOLL: www.giovannibomoll.com




14 febbraio 2012

Se tu fossi un fiore




Se tu fossi fiore di campo io sarei l’erba alta che ti circonda e ti protegge, che ti scalda e ti culla con i suoi lunghi fili, ma potrei crescere troppo e soffocarti. Preferisco essere il vento che spazza il terreno, ti scompiglia i petali e accarezza le tue foglie, sussurrando in tutti i posti della terra che percorrerà la voce della tua straordinaria bellezza, avrei qualcosa di meraviglioso da raccontare



Se tu fossi petalo io sarei le pagine di un libro che ti contengono, avvolgendo in un caldo abbraccio la tua splendente giovinezza, ma finirei per farti appassire troppo presto, così preferisco essere l’acqua che bevi, che ti riempie, che ti rassoda e ti dona maestosità, e troverò un senso al mio scorrere





Se tu fossi una stella alpina io sarei la neve che ti copre e ti avvolge nascondendoti all’ occhio bramoso ed egoista che cerca di strapparti via, ma rischierei di crollare in una valanga sotto il mio stesso peso e portarti con me a valle, così preferisco essere la roccia su cui fanno presa le tue fragili radici e che contrasta, con la sua nudità, l’eleganza del tuo vestito fatto di petali e foglie, esaltando la tua essenza, troverò almeno una qualche gratificazione nell’ essere completamente spoglio



Se tu fossi una rosa io sarei le spine che ti circondano e che ti proteggono, pungendo tutti quelli che, per una scusa o per l’altra, in nome dell’amore per la propria amata, ti strappano dal tuo stesso destino, ma rischierei di isolarti troppo dal mondo e nessuno più si avvicinerebbe per paura di pungersi, così preferisco essere il tuo profumo, una presenza che si percepisce ma non si vede con gli occhi



Qualunque fiore tu decida di essere, io potrei scegliere di diventare l’amante che ti coglie per piacere personale o per regalarti alla sua dama, ma preferisco essere il calabrone che vola e si posa solamente su di te.
E quel fiore sembra che passi tutta la vita a crescere e farsi bello solo per quell’ incontro di una manciata di secondi





Come la notte, che si oscura sempre più per veder brillare la sua stella come mai prima, così io arriverò ad oscurarmi fino al buio più assoluto per consentirti di brillare e risplendere in tutta la tua lucentezza, fino a quando non vorrai donarmi un po’ della tua luce e squarciare così le tenebre di cui sono fatto











Buon San Valentino a tutti gli innamorati, quindi a tutti.



10 febbraio 2012

SuperLANCIO e l'Effetto Placebo - s01e15



Erbetta erbettina piccina piccina ora io ti intisano nell’acquetta con la mano, giro un poco il mestolino e ti filtro col colino, nella tazza io ti piazzo va che qui mi credon pazzo, penso infatti che hai i poteri di guarir il mal di ieri, preservarmi nel presente sia nel corpo che nella mente, e il futuro è tutto rosa se ti recito in prosa, poi ti bevo in un sol fiato e non sarò mai più ammalato.

Finì di recitare la filastrocca e subito dopo si mise a sorseggiare quell’intruglio di 487 erbe medicinali sapientemente miscelato dall’erborista sotto casa. Batman sentì la presenza di qualcuno alle sue spalle. Non si sa come mai ma la presenza di qualcuno alle spalle la si percepisce sempre. E’ più facile che non ci accorgiamo di chi ci fissa per mezzora a 3 palmi dal naso, ma guai se qualcuno ci sta dietro.

Si girò con la velocità del battito d’ali di un colibrì e vide SuperLANCIO che lo fissava con le braccia conserte e le gambe ben salde a terra.

Ma che idiozie vai blaterando Bat?
Super devi troppo starmi ad ascoltare, siediti per favore e fammi parlare prima che il medicinale si freddi e che perda il suo effetto.

SuperLANCIO si sedette quasi interessato per queste nuove scoperte in campo medicinale, ma in cuor suo e per la sicurezza nazionale sperava che nessuna nuova teoria medica fosse stata ideata dal genio incompreso del pipistrello.

Nessune nuove teorie, Super,  disse il pipistrello
Cosa fai mi leggi nel pensiero?  Ribattè il SuperEroe?
Sei un gran maestro, lo devo ammettere.
SuperLANCIO odiava le lusinghe, ma queste erano puri sentimenti di stima e gratitudine e allora andavano bene.

Il pipistrello continuò
Ti ho mai raccontato di quando, da bambino, sono stato al mio primo funerale? Ero così piccolo che non avevo mai visto una persona morire. Non ne avevo mai neanche sentito parlare. Mi dissero “Andiamo alla messa” e io ci andai. Tutti intorno a me piangevano disperati per la perdita. Io non capivo ancora il perché di questo comportamento, ma andai verso la persona che piangeva di più e mi feci prendere in braccio. Mi misi a piangere anche io con tutti loro. A distanza di parecchi anni ad ogni funerale che vedo mi scende una lacrima e mi intristisco un pochetto. Lo faccio per rispetto a coloro che ci lasciano. So che li rincontreremo tutti prima o poi e questo mi allieta. Mi hanno insegnato a vivere in modo che, al mio funerale, tutti piangano ed io sia l’unico a sorridere, perché vorrà dire che avrò lasciato un bel ricordo di me a chi resta qui e che in fondo la mia vita qui sulla terra è stata ben spesa.

Sono d’accordo con te, affermò il SuperEroe.

Sono appena tornato da un funerale, disse Batman, e mi sento ancora un po’ scosso. Così mi sono messo a prepararmi un infuso di queste erbe che ho trovato nella credenza.

Ah le erbe miracolose intendi? Chiese SuperLANCIO
Ma allora lo sono, vedi che avevo ragione?
No non lo sono, ti prendevo in giro, ammise sorridendo SuperLANCIO, però esiste una teoria per cui, se tu credi fermamente in una cosa, essa si avvera, è il principio su cui si regge l’Effetto Placebo.

L’Effetto che? Chiese interessato il pipistrello.
In pratica se succede che tu stai male o ti senti triste, come in questo caso, e sei fermamente convinto che una tisana ti faccia passare tutto perché usi erbe miracolose, anche se di miracoloso non hanno nulla, ma tu non lo sai e le bevi e succede che ti fanno passare tutto, allora è vero che le erbe sono miracolose.
Ma non è che funziona solo con i matti questa cosa vero? Chiese preoccupato il pipistrello.

Ma no, è una cosa normalissima e, allo stesso tempo, potentissima, perché sostanze innocue dal punto di vista medicinale, hanno un effetto curativo più potente di un barattolo di nutella da 500 grammi.
Un po’ come CatWomen per me? Ogni volta che penso a lei sto bene e sono felice e pieno di forze. Super, dici che lei è il mio Effetto Placebo?
Credo di si Bat, rispose SuperLANCIO.

Vorrei vederla Super, anche solo per 1 minuto, sono convinto che la mia tristezza svanirebbe istantaneamente.

E fu così che SuperLANCIO insegnò al pipistrello l’arte della visualizzazione mentale a distanza.

Devi concentrarti come non hai fatto mai Bat, scavare nel tuo profondo e trovare le energie vibrazionali imperturbabili imperscrutabili dell’essere, cancellare ogni pensiero e liberare la mente. Solo così potrai andare in ogni posto in cui vorrai essere.

Vorrei andare da CatWomen ora, disse il pipistrello.
Libera la mente e trova la strada che ti conduce a lei, sostenne pedissequamente come se fosse antani SuperLANCIO.

Fu così che il pipistrello si rintanò nel posto più tranquillo e meditativo di questo mondo per esercitarsi nella nuova arte appena appresa





 
Si sentì subito raggelare il sangue nelle vene non appena ebbe consapevolizzato che da quel posto non si sarebbe potuto alzare lindo e immacolato come quando si era seduto, ma ogni problema basta a se stesso e bisogna affrontarli uno alla volta e a momento debito.

Si concentrò solamente su CatWomen. Già si sentiva leggero e felice quasi fosse una nuvola di gas fuoriuscita da un qualsiasi orifizio.

Ebbe a fare innumerevoli tentativi prima di riuscire a visualizzarla come aveva visto fare a SuperLANCIO con la Befana, ma alla fine riuscì a scovarla.
Come in un sogno, come in quel sogno, la cercava nell’oscurità della sua mente. Ma questa volta la torcia la illuminava per intero. Era là, davanti a lui. La vedeva bene ora. Non osò avvicinarsi di più che per quella prima volta poteva bastare.





Restò imbambolato a guardarla per una ventina di minuti. Stava scoprendo le potenzialità della sua mente e ne rimaneva sempre più sbalordito. E in tutto questo si accorse di amarla ogni momento di più.

Purtoppo per lui tornò troppo presto nel suo corpo.
Il problema della pulizia, precedentemente rimandato, si è ripresentato ora più forte e prepotente che mai, ma a noi questo non interessa. Lasciamo Batman seduto a meditare dove sta.

Del resto dobbiamo occuparci di una cosa molto più importante. Dobbiamo ricordarci delle erbe medicinali. Dobbiamo prenderle, farne un infuso, berlo e stare bene pure noi. Dobbiamo credere che esse abbiano davvero poteri miracolosi, dobbiamo farlo. Dobbiamo abituarci a farlo perché, quando ci sentiremo davvero tristi o malati o depressi che sia, basterà solamente odorarne l’aroma per farci tornare l’allegria e il buon umore.

Basta poco che ce vò?

3 febbraio 2012

La gatta che sogna - s01e14


Esiste un numero ricorrente in tutta la storia conosciuta dell’uomo, che lo caratterizza nel profondo. Questo è il numero tre.
Si pensi, solo per citare un esempio, che l’entità “uomo”, inteso non come sesso ma come genere, sia in realtà l’insieme di tre mondi.

Esiste il mondo materiale, detto reale, al quale l’uomo si interfaccia con il suo corpo. I sensi, questa volta cinque e non più tre, ma solo perché qualcuno di molto in alto ha pensato fosse meglio abbondare in questo caso che non deficere, sono gli strumenti di cui siamo dotati per poter vivere in questo primo mondo.

Ne esiste poi un secondo, detto immaginario ma non per questo meno reale del primo, che è generato dalla mente. Ha la fantastica caratteristica di essere non più grande di un normale cervello ma, a passarci una vita buttandoci dentro cose, non si riuscirebbe a riempirlo neanche per metà.

C’è infine un terzo e più misterioso mondo, quello spirituale. Si basa principalmente sulla fede e sulla speranza. Solo le anime più coraggiose hanno il piacere di esplorarlo. Nessuna di queste, che se ne sappia, è mai tornata lamentandosi di aver scoperto cose poco belle o poco interessanti.

Un essere umano in sane condizioni presenterà un sostanziale equilibrio dei tre mondi e non si vivrà troppo in uno a discapito degli altri due.

Ogni mezzo d’interfaccia con i tre mondi, il corpo, la mente e l’anima, prende il sopravvento sugli altri due in momenti distinti della giornata. Durante le normali attività quotidiane, che siano lavorare o studiare o camminare, il corpo è l’elemento dominante. Nei momenti di meditazione, di creatività e immaginazione, di silenzio e solitudine o quando ci accingiamo ad addormentarci, la mente prende il sopravvento e ci mostra un mondo completamente diverso dal precedente. Niente sensazioni corporali, ma semplici emozioni, pura energia.

Tuttavia, solo quando il sonno ristoratore s’impadronisce del corpo addormentandolo e sottraendolo alla vita reale e, gia che c’è, addormenta anche la mente facendola piombare, parlando in gergo elettronico, in stand-by con acceso solo il led di segnalazione, solo allora il terzo mondo si palesa.
L’anima trascende e vaga in una dimensione misteriosa, che per semplicità chiameremo la quarta dimensione, dove vive esperienze travolgenti.

Non avendo più il peso del corpo da portarsi dietro, né i limiti, seppur vasti, imposti dalla mente, essa vaga in tutto il cosmo conosciuto e non.
Vaga spesso solitaria. Vaga sola per non distrarsi e seguire il cammino che si accinge a percorrere. Che cosa cerchi realmente nessuno lo sa, ma si dice che sia l’anello di congiunzione tra l’essere umano, composto di questi tre mondi, e l’altissimo. Che ci crediate oppure no questo non ha importanza, ma quello che racconteremo ora è la prova che davvero tutto questo esiste.

In realtà non è poi così difficile sapere quello che fa l’anima nel suo scorrazzare per la quarta dimensione, perché i racconti del suo viaggio sono definiti dai nostri sogni.

Se poteste svegliarvi domani mattina, dopo il sonno ristoratore, e ricordare tutto quello che avete vissuto nella quarta dimensione, vedrete cose che non si allontanano da quelle che vi diremo ora.

Potrete vedere anime perse che vagano sulla spiaggia in cerca di un qualsiasi segnale che le guidi verso la loro meta




 
Oppure anime che hanno già trovato la loro strada e che vi si buttano a capofitto
 





 
Potrete trovare anime in trepidante attesa
 





oppure anime calme e goderecce che festeggiano con calici di inebriante vino e musica seducente



  

Anime immerse nell’immenso


 


o attente ad ogni minimo dettaglio

 



Anime docili e tranquille


 


altre un po’ meno



 

Anime leggere




 
in pace coi sensi





che bastano a se stesse



 

e che cantano lodi come gli uccellini del cielo 





Hanno tutte l’aspetto di donna perché così ha voluto chi le ha create.





Ma a un’anima in particolare noi volgiamo il nostro sguardo. L'anima di una micia.




Un’anima seria e responsabile che nasconde, sotto un’apparente calma di autocontrollo e padronanza di sé, una particolare suscettibilità dovuta all’eccessiva sensibilità. Un’anima paurosa di amare per paura di non essere ricambiata, prudente nei sentimenti. Paziente. Per natura è diffidente e solitaria, ma appassionata e fedele. Indipendente e determinata ma allo stesso tempo così fragile. Si veste con una corazza di pelle borchiata e cerca sempre di dominare gli altri e le loro scelte.
Quello che cerca è il rispetto. Apparentemente fredda e distaccata, l’anima del gatto ha il fuoco sotto la banchisa.

Malgrado le sue innumerevoli qualità, talvolta anche lei percorre strade che non sono le sue. A volte fallisce l'obiettivo, e paga, senza lagnarsi, il prezzo dell'errore. Altre volte si allontana dal cammino, e perde molto tempo per ritrovare la meta originaria.

Capita poi un giorno che, stanca del lungo camminare, si ferma a riposare. E’ proprio in questo momento che, finalmente, il sogno le si palesa in tutta la sua straordinaria magnificenza.

Un pipistrello la scova da lontano e le si avvicina piano piano, cercando di non fare troppo rumore, per non spaventarla, perchè in un sogno l'amore viene con passi silenziosi.





Oh mia diletta, sei qui. Non ho mai smesso di cercarti, non ho mai dubitato che un giorno ci saremmo ritrovati.


L’anima di un gatto potrà anche perdersi in certi momenti, poiché conta molto sulla sua buona fede, ma ha la particolarità che essa non si distrae durante il cammino e coglie tutti i segni che le indicano di non essere sulla strada giusta. Tornerà indietro alla scelta originaria e, finalmente, prenderà la decisione giusta.

Come disse un certo Kalhih Gibran, Ascolterò il linguaggio della tua anima, come la spiaggia ascolta la storia delle ond... Ma ma ma, Bat, che minchia fai? Stai dormendo? Ma non ho ancora finito la lezione.

La lezione non era ancora finita per SuperLANCIO ma il suo discepolo pipistrello si era addormentato.

La sua anima glielo aveva ordinato, si era gettata alla ricerca della gatta dormiente.

Brancola nel buio ora, come un vero pipistrello.

Solo una torcia a strapparlo dall’oscurità più assoluta.

Una luce di speranza mai doma.



I sogni sai non dormono mai.