20 gennaio 2012

SuperLANCIO e la Solitudine - s01e12



Chi siamo? Dove andiamo? Perché siamo così soli su questa terra? Chi ha mangiato l’ultima fetta di quella torta buonissima che ho fatto l'altro giorno?

A queste e ad altre importanti domande SuperLANCIO cercava di trovare risposta. Era entrato in una sorta di crisi mistico-sensoriale-sociopatica come se fosse antani. Così tanti cambiamenti e in così poco tempo mettono alla prova anche l’anima più forte e persistente. Tante cose da fare, tanta gente da salvare, era sempre preso. Ora che finalmente aveva un po’ di tranquillità per se, si sentiva disorientato.

Da un pò di tempo a questa parte la gente lo cercava solamente quando era in difficoltà. E’ bastato un po’ di benessere generale e si erano già dimenticati di lui. Ma SuperLANCIO conosce fin troppo bene il cuore di un uomo e le sue fragilità per sentirsi autorizzato a giudicare il comportamento di qualcuno. E così li accetta per come sono. Li tratta da amici, con le braccia sempre aperte, pronto ad accoglierli.

Forse è meglio così, è sicuramente un bene che la gente provi a cavarsela anche da sola, ognuno con le proprie forze. Loro sanno che io sono qui pronto ad aiutarli se ne avessero bisogno. Forse è tempo anche per me di godermi un po’ di tranquillità , questa solitudine che ora mi circonda.

Un ricordo improvviso sequestrò la sua mente. Scese in cantina dove teneva tutti i suoi appunti di quand’era studente. Rovistò per una buona mezz’ora e finalmente lo trovò.
Un vecchio scarabocchio, solo un vecchio scarabocchio fatto ai tempi dell’università, mentre seguivo quella pallosissima lezione di analisi matematica 3.




 
Aveva finalmente capito che solo con un po’ di solitudine poteva poi godere appieno della compagnia delle altre persone. Così tornò in casa e, con il cuore contento e ricolmo di pace, contemplò quei momenti di silenzio e pace.

DinDlooonnnnn!!!
Cusa l’è cheschì? Ah, è il campanello.

SuperLANCIO aprì la porta felicissimo che qualcuno finalmente lo cercasse.
Davanti a lui il bambino dei vicini.

SuperLANCIO ho finito tutti i compiti, andiamo a fare un giro con la tua SuperGialla?
Ma drogarti come tutti gli altri no è? sussurrò il SuperEroe sottovoce senza farsi capire. Siccome in fondo in fondo era di animo buono SuperLANCIO acconsentì.

Ma solo un girettino veloce, 5 minuti non di più che ho da fare, va bene Carlino?
Posso guidare io?
Ok ,rispose SuperLANCIO






 
Girarono un po’ per il quartiere con il ragazzino al volante, ma nessun pericolo per la popolazione tutta perché la Gialla si autoguidava da sola.

Gente strana popolava la città a quell’ora del pomeriggio. Mostravano strani cartelli.




 
Alla vista di quelle scritte SuperLANCIO tappò con le mani gli occhi al bambino per non farlo leggere. Tanto sappiamo che anche se guidava lui, non guidava lui.



Dall’altra parte della città intanto Batman, sempre in perfetta sintonia emozionale con SuperLANCIO, affrontava anche lui, a suo modo, la crisi esistenziale.

Cercava in tutti i modi di distrarsi un pochetto e non pensare alle parole di addio di Catwomen. Diremmo il falso se sostenessimo che il pipistrello non ci fosse rimasto male per quel che aveva detto pochi giorni prima la micia. Aveva anche lui imparato a non giudicare mai le persone se prima non aveva indossato le loro scarpe e camminato per 2 miglia con loro. E a dirla tutta, camminare per 2 miglia, che non sapeva neanche quanto fossero, con gli stivaloni con il tacco di CatWomen proprio non lo attirava.

Si era perciò buttato a capofitto in svariate attività creative. Tra tutte una menzione particolare spetta a quel gioco per cui bisogna unire i puntini, partendo dall’1 e andando in ordine crescente fino a quando non ne rimangono più.

Non ci metterò tanto, erano state le sue parole quando aveva comprato la gigantografia in scala 500:1 della Gioconda. Forse aveva sopravvalutato leggermente le sue capacità ma unire quei 173.859 puntini che raffiguravano il busto di quell’amabile donzella gli aveva portato via quasi l’intero mese, 15 ore al giorno, 7 giorni su 7.



 


Nè uscì ancora più sconfortato.

Quindi prese a scorrazzare di notte, quando il silenzio accentua il baccano generato dai sentimenti che rimbombano nella testa, per i tetti dei palazzi della città, ma spesso si ritrovava seduto sul cornicione immerso nel pensiero di quella gattina cattiva.





 
Non che non volesse uscire dal tunnel dov’era caduto per via della gatta con i leggings, anzi il pipistrello cercava in tutti i modi di venirne ad una, come quando si era imbucato a quella festa strepitosa e piena di bella gente.





 
Fosse stato in qualsiasi altro momento della sua vita si sarebbe divertito un sacco e avrebbe fatto sfracelli, ma è strana la mente di un apprendista SuperEroe qual’è Batman. Aveva sviluppato così tanta empatia con la micia, a modo suo si intende, che era arrivato al punto da preferire litigare con lei che fare l’amore con chiunque altra.

Strano , direte voi, dal momento che CatWomen stava fissa con quell’altro e invece lui si sentiva come se la tradisse se si vedeva con qualche altra. Non era equo. Ma si sa, così va il mondo e se ti capita che una micia ti entri nel cervello, con quegli artigli lunghi e affilati si aggrappa ad ogni cosa pur di non uscirne più.

Tutti i pensieri erano per lei e tutti i sentimenti generati grazie al pensiero di lei accanto a lui.

Al fianco di SuperLANCIO aveva imparato una lezione importante, aveva cominciato a pensare che, se si vuole stare accanto alla persona che si ama, lo si è già.

La mente la raffigurava al suo fianco e questo bastava a renderlo un uomo felice, un uomo migliore. Ogni mattina la materializzava per mezzo di pensieri positivi e carichi di emozioni. Questi sentimenti lo accompagnavano per l’intera giornata e lo confortavano durante le notti solitarie e i momenti di sconforto. Il solo pensiero di lei lo faceva stare bene.

Il solo raccontarsi questa storia a lieto fine lo rendeva padrone di quella sua storia. Il pipistrello aveva cominciato a crederci così tanto che CatWoman ormai faceva davvero parte della sua vita, anche se non era fisicamente al suo fianco.

Lei è come una giraffa, diceva, ha il cuore lontano dai pensieri. Così si è innamorata di me e ancora non lo sa.

Riempi la tua vita di frasi e pensieri positivi e fai ogni cosa che è in sintonia con i tuoi sentimenti ,era l’ordine datogli da SuperLANCIO.

Prese quindi un foglio bianco e si mise a scrivere.





 
I miei sogni diverranno realtà , pensò.

E come lo sai? Gli domandereste voi se poteste farlo,

Sapete come vi risponderà lui? Semplicemente
Lo so perché, in fondo al mio cuore, l’ho visto.



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