Aveva i boccoli
biondi e pareva un puttino. Vendemmiava e beveva mosto. E si sforzava di apparir
normale.
La predilezione
che avevo per il frutto della vite ancora mi accompagna. Forse il Re dei
frutti. Se non il Re, almeno la Regina oppure uno dei Principi o Principesse, ma non scendiamo oltre.
Non è passato poi
molto da quando abbiamo venduto il vigneto. Perchè lo abbiamo venduto ancora mi
sfugge. Credo che fosse per la lontananza e l'impossibilità di dedicarci tutto
il tempo che necessitava. Forse era diventato un pò troppo faticoso gestire
tutto da soli dopo che il contadino che ce lo curava era diventato vecchio e con poche forze da
gestire.
Abbarbicato al
dorso della collina, proteso a sud in modo da massimizzare i vitali raggi
solari, quel piccolo pezzo di terra dominava la vallata a est di Soave,
precisamente a Monteforte d'Alpone. Questa zona del veronese è inzuppata di
vigneti fin dall'epoca del grande impero Romano. Non è un caso che siano
diventati il più grande impero mai conosciuto prima dato che basavano la loro
alimentazione principalmente su frutta, verdura, cereali e pochissimo altro, ma
questo è un mio personalissimo pensiero che non dovete per forza di cose condividere.
Potete capire
quindi perché, fino a qualche anno fa, in questo periodo dell'anno stavo sempre
in trepidazione. Si avvicinava settembre e, per chi come la mia famiglia
possedeva un vigneto, questo significava solo una cosa, La Vendemmia. E se
dovessi definire con una parola il momento magico della raccolta dell'uva, “Divino”
sarebbe sicuramente quella. Ricordo che alcuni amici, pur di entrare nell'elite
dei Vendemmiatori, sacrificano parte delle loro vacanze estive per raccoglier il frutto di Bacco. Sguardo
alto e mani protese verso la vite, come si dovrebbe stare quando cerchiamo di prendere qualcosa di prezioso. E dopo che avrete
letto qui di seguito quello che ho da dirvi sul frutto preferito dagli Dei e
dai SuperEroi, capirete anche per quale motivo molti di loro non ci chiedono
neppure una lira per entrare nell’ingranaggio di raccolta, ma si accontentavano di
una sorsata di mosto e un po’ di vino che ne sarebbe uscito.
Questa festa
divina a cui io e la mia famiglia, il settembre di ogni anno, eravamo invitati,
ci dava la carica per affrontare al meglio il lungo e freddo inverno. Le
sinuose colline veronesi che disegnano il paesaggio, l'aria pulita a far da
contrasto a quella polverosa della città, il ritorno alle primitive origini
vivendo per un'intera settimana senza acqua corrente, energia elettrica e bagno e solo un camino ad illuminare e scaldare la casa. Come se ne avessimo bisogno poi.
Le vibrazioni positive che genera una famiglia riunita sotto lo stesso tetto e il calore che essa emana,
tutti i componenti stretti l'un con l'altro a formare il branco, è qualcosa di
indescrivibile e noi, per rispetto, non lo descriveremo. Quel puttino di poco fa raccoglieva
il mosto che scendeva a rigoli dal tornio pigiato dai suoi fratelli più grandi,
i cosiddetti puttoni. Lui che continuavo a chiederne e, mai sazio, aspettava di
scomparire dalla loro vista per berne altro.
E quello che
fanno i puttini ha sempre senso, anche quando non lo troviamo. Così ora, a
distanza di parecchi anni, scopro un'ulteriore notizia che avvalora la mia tesi
e che spiega alcuni dei miei interrogativi di quel tempo, uno fra tutti:
come mai bastavano quelle semplici cose appena elencate per ricaricare le mie
batterie per così tanto tempo?
La chiamano la
cura dell'uva, o meglio, l'Ampeloterapia.
E' quel periodo
in cui l'uva viene introdotta come alimento esclusivo, o quasi, della propria
dieta. E noi in quella settimana ne mangiavamo davvero una quintalata.
L’obiettivo principale è di disintossicare l’organismo ed eliminare le tossine.
La polpa è leggermente lassativa e quindi, in questo periodo, soprattutto se si protrae tale alimentazione per alcune settimane, va mangiata da sola,
eliminando i semini e la buccia, che invece non lo sono. Oltre a purificare l'organismo, l’uva
contiene un sacco di sostanze benefiche utili al corpo come ad esempio vitamine
del gruppo B (in particolare la vitamina B1, B2 e PP), la vitamina C, ma anche
sali minerali come Potassio, Calcio e Magnesio. I grassi sono invece quasi
inesistenti. Fornisce un discreto apporto calorico con 61 Kcal per ogni 100
grammi, fornito essenzialmente dall’elevata presenza di zuccheri di rapida
assimilazione (glucosio e fruttosio), vera benzina per il corpo ingolfato. Tra
le varie sostanze decantate dell’uva, abbiamo anche il resveratrolo che
migliora la fluidità del sangue riducendo la tendenza delle piastrine ad
aggregarsi, è un ottimo frutto antinfiammatorio e diminuisce il colesterolo. E’
anche ricco di polifenoli che sono antiossidanti naturali, tannini, diversi acidi
tra cui acido tartarico, malico e citrico, oltre alla presenza di una grande
quantità di acqua superiore all’80% del peso del frutto. La durata
dell’Ampeloterapia può variare, ma generalmente è programmata per 3 o 5 giorni e
ripetuta per due volte al mese. Di solito questi 3 o 5 giorni sono seguiti da altrettanti giorni a sola Uva, fichi e Mele. La cura dell'Uva aiuta il nostro
corpo a rimettersi in forma, ha proprietà ricostituenti, rinfrescanti,
disintossicanti dell’intestino, combatte la dispepsia, le emorroidi, la
calcolosi urinaria e delle vie biliari, attiva le funzioni epatiche, facilita
la digestione ed aiuta le cellule a difendersi dai radicali liberi, così come
altre possibili indicazioni sono il trattamento degli stati di stipsi
(stitichezza), periodi di stress psicofisici, patologie reumatiche e gotta.
Insomma, un bisturi a tutti gli effetti, ma senza sala operatoria.
Vendemmiatori di
tutto il mondo unitevi, diciamo grazie alla Vite. Noi lo sappiamo che non
esiste in natura qualcosa che chieda all'uomo più della vite. Ma sappiamo anche che non esiste in natura
qualcosa che dia più della vite.
Quanta fatica... ma quanti bei ricordi. .. condivido tutto fratellino... anche la magia delle serate stravolti dalla fatica ma uniti dal calore della famiglia riunita davanti al camino e incantata in silenzio ad ascoltare la musica della brace che ardeva nel camino... tvb
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